(Sanscrito: Vipasyana) La Meditazione è uno strumento importante per trasformare la mente. Generalmente la nostra consapevolezza viene attratta dalle
esperienze sensoriali fisiche e concettuali. Attraverso la meditazione impariamo a volgere la mente all’interno, evitandole di rincorrere continuamente gli oggetti dei sensi o fattori esterni.
Quindi impariamo a mantenere uno stato di continua attenzione, di presenza mentale al fine di far emergere la consapevolezza del nostro stato mentale neutrale. Tale stato è privo di afflizioni dovute a ricordi, pensieri del passato o concettualizzazioni, pensieri sul futuro, preoccupazioni, paure o aspettative: uno stato di consapevolezza pura, dove la mente dimora in uno stato neutrale e naturale.
Nel ritirare la mente dagli oggetti esterni si avverte uno stato a cui non siamo abituati, in cui si fatica a riconoscere la mente come nostra, tale stato è caratterizzato da una sorta di inconsistenza, assenza, vuoto o vacuità. Progredendo con la pratica familiarizzeremo con questo stato, notandone una caratteristica chiarezza e luminosità di base. Progressivamente realizzeremo e apprezzeremo questo stato naturale della mente.
La ragione per cui si comincia a meditare è la continua ricerca di una risposta ad un profondo disagio esistenziale, ed in particolare per trovare uno stato di felicità permanente, per trovare libertà e la fine della sofferenza psicologica e fisica.
Esiste una via per trovare tutto questo ed è quella della purificazione della mente dalle tre principali afflizioni: il desiderio o attaccamento, l'odio, l'illusione o ignoranza, da cui deriva la sofferenza.
Meditare significa educare la mente, promuovendone attraverso la presenza mentale le migliori qualità. Essendo la mente il filtro con cui osserviamo e sperimentiamo la realtà, per realizzare le più alte vette dell’evoluzione umana e vivere in armonia non ci rimane che educarla, visto che rappresenta l’origine della nostra sofferenza e quindi anche la soluzione.
Educare la mente significa sviluppare amore e saggezza attraverso un percorso atto a mantenere consapevolezza e presenza mentale, che parte dall’acquietare la mente e arriva allo sviluppo di una visione profonda della realtà.
La mente può diventare flessibile e duttile, libera qui ed ora.
La consapevolezza è la chiave per coltivare e sviluppare la mente. La pratica che si apprende è chiamata meditazione Vipassana o di Visione Profonda, e si basa essenzialmente sul mantenere presenza mentale sui quattro campi dell'attenzione o della consapevolezza:
1- corpo o materia
2- sensazioni
3- mente (processi o stati mentali)
4- formazioni mentali (contenuti della mente, oggetti e fenomeni mentali).
Questi quattro fondamenti della consapevolezza fanno parte del campo esperienziale in cui l’uomo è immerso.
Attraverso l’osservazione di questi campi dell’attenzione ci abituiamo a coltivare la consapevolezza in modo sempre più continuo sia nella meditazione in posizione seduta (che rappresenta un esercizio, un allenamento), che nella vita quotidiana che è il campo di applicazione più appropriato della meditazione. Il punto fondamentale è che sviluppando una consapevolezza sempre più continua, precisa, dettagliata e profonda possiamo comprendere la vera natura dei fenomeni fisici e mentali.
Ogni fenomeno è caratterizzato dall’impermanenza, e da una natura insoddisfacente priva cioè di sostanzialità.
Tutti i fenomeni facenti parte del nostro campo esperienziale mancano di sostanzialità, di un’essenza, di un sé permanente a cui si possano imputare determinate qualità in modo permanente.
Tale comprensione è ciò che viene chiamata Visione Profonda della Vera Natura o della Realtà, da ciò sorge la saggezza e la compassione che portano alla Liberazione.